Cos'è l'osteopatia?
​L'osteopatia è una terapia manuale, che si fonda su conoscenze mediche, anatomiche e fisiologiche. Tramite manipolazioni specifiche si occupa di valutazione, diagnosi e trattamento del paziente.
L'osteopata esamina l'individuo nella sua totalità, considerando il corpo come un'unità funzionale in cui le diverse parti sono in sinergia tra loro.
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Si avvale di un approccio causale e non sintomatico, in cui lo scopo è quello non semplicemente di eliminare il dolore, bensì la sua causa, ricercando le alterazioni del corpo che portano al manifestarsi di segni e sintomi di vario genere, che spesso non coincidono con la zona dolorosa.
Quando il normale equilibrio funzionale di un soggetto è alterato, ad esempio a causa di una patologia, di un trauma recente o pregresso, o di uno schema posturale errato, si innescano dei meccanismi di compenso che spesso diventano sintomatici. Il compito dell’osteopata è quello di aiutare la persona a raggiungere un buon equilibrio psico-fisico attraverso un trattamento manuale studiato specificatamente per quel soggetto in quel momento, che mira a ristabilire il funzionamento corretto dell'intero organismo, e mettere il corpo nelle condizioni migliori per autoguarirsi.
Storia dell'osteopatia
L'Osteopatia nasce negli Stati Uniti grazie alle intuizioni del dottor Andrew Taylor Still, che nel 1874 ne enuncia i principi e nel 1892 fonda l'American School of Osteopathy, ossia la prima scuola di Osteopatia al mondo.
Intorno al 1865 Andrew Taylor Still iniziò a prender coscienza dell’impotenza e dei limiti d'azione della medicina classica ufficiale. L’episodio, o meglio, la tragedia determinante fu una funesta epidemia di meningite che provocò la morte di quattro membri della sua famiglia, tre erano suoi figli.
Nella sua confusione, la sola certezza gli apparì essere l'esistenza di Dio e l'impossibilità per quest'ultimo di avere lasciato la sua creatura più perfetta senza difese naturali.
Il Dott. Still, altamente motivato e con un incredibile talento, si mise dunque a studiare da autodidatta, cercando il miglior mezzo per preparare l'uomo ad affrontare la malattia.
"Quando tutte le parti del corpo umano sono in ordine, siamo in salute. Quando non lo sono, siamo in malattia”.
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Il primo trattamento
Un giorno mentre si recava da un amico, Still vide dinanzi a lui una povera donna circondata dai suoi tre bambini. Uno di questi, mentre camminava, era sanguinante. Pensando che si trattasse di una dissenteria emorragica, Still si offrì di prendersi cura del bambino.
Lo visitò e sentì la colonna vertebrale contratta e calda, soprattutto nella regione lombare, mentre la parete addominale la percepì molto fredda. Still capì improvvisamente che tale contrattura era in relazione con il cattivo funzionamento intestinale e intuì che se avesse liberato la regione lombare avrebbe certamente migliorato le funzioni intestinali del bambino.
Still cercò pertanto di mobilitare e riequilibrare i muscoli lombari, che dopo alcuni minuti sentì ridursi e, contemporaneamente, percepì che il corpo del bambino diventava meno caldo, e la parete addominale meno fredda.
Con tali manipolazioni non solo normalizzò il flusso circolatorio, ma consentì al sistema nervoso di garantire nuovamente il suo ruolo d'autodifesa.
Still aveva liberato la colonna vertebrale del bambino da tutte le piccole anomalie strutturali, e la mattina seguente la madre gli riferì la completa guarigione di suo figlio.
Era la prima volta che A.T. Still metteva realmente in pratica le sue osservazioni sulla stretta relazione esistente tra struttura vertebrale e disordini funzionali di un organo.
“La struttura governa la funzione, dove il sangue circola normalmente, la malattia è impotente a svilupparsi, poiché il nostro sangue è capace di fabbricare tutti i principi utili per garantire l'immunità naturale e lottare contro le malattie”.
Il trattamento proposto da Still consisteva soprattutto in manovre sui tessuti morbidi, in mobilizzazioni ed in manipolazioni vertebrali e, interessandosi sempre più all'approccio manuale, iniziò ad esercitare le sue terapie manipolative in modo ripetuto.
I principi osteopatici
Principio di unità del corpo.
Da un punto di vista anatomico e fisiologico tutti i tessuti corporei e i sistemi sono collegati tra loro. Una modificazione a qualsiasi livello ha delle ripercussioni su tutto il sistema.
Questo perché i vari sistemi comunicano fra loro e si influenzano reciprocamente, sia attraverso i sistemi neurologico, endocrino e vascolare, sia attraverso il tessuto connettivo (tutte le strutture, non solo quelle dello scheletro, sono avvolte da tessuto connettivo), che fa sì che ci sia una continuità fra strutture distinte e apparentemente indipendenti fra loro.
Quando si tratta un segmento corporeo l’osteopata ha bene in mente tutte le relazioni anatomiche che lo uniscono alle strutture del corpo vicine o lontane e le possibili influenze che si possono avere sulla funzione generale dell’organismo. Per questo l’osteopata spesso tratta parti del corpo che apparentemente non c’entrano niente con il sintomo, ma che, andate in disfunzione, hanno generato una serie di compensi diventati sintomatici.
Per fare un esempio: in seguito a una distorsione di caviglia la persona tende a non caricare più sull’arto incidentato, così facendo il dolore regredisce. Con il tempo però, questa alterata postura, provoca uno squilibrio a livello delle porzioni sovrastanti, tra cui il bacino e la zona lombare. La zona lombare è fortemente connessa sia anatomicamente che a livello neurologico con l’intestino, e una sua disfunzione (alterata tensione, mobilità e posizione) può provocare ad esempio stipsi. La sintomatologia riportata dal paziente è la stipsi, ma la causa primaria che l’ha generata è la distorsione di caviglia.
Ogni individuo reagisce ai traumi e trova dei compensi in modo diverso, perciò uno stesso sintomo spesso deriva da situazioni diverse, e anche traumi simili portano a diversa sintomatologia tra ogni individuo. Per questo è importante analizzare ogni individuo nella sua interezza e come unico.
Principio di Autoguarigione
In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo, al fine di permettere all’organismo, di raggiungere la guarigione, sfruttando i propri fenomeni di autoregolazione.
L’osteopatia mira a ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno al fine di permettere all’organismo di poter trovare un proprio equilibrio ed un proprio benessere.
Struttura-funzione
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La perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante: se tale equilibrio è alterato, ci si trova di fronte a una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la corretta mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio, creando delle zone di compenso e di adattamenti corporei non favorevoli al benessere generale dell’organismo.
Tutto ciò provoca una conseguente alterazione della funzionalità organica, ormonale, psicologica e immunologica di tutto il corpo.
Still affermò anche che distinguere tra struttura e funzione è del tutto illusorio, in quanto la struttura controlla la funzione, e la funzione condiziona la struttura.
Una struttura che ha perduto la sua funzione presenterà nel tempo anche una alterazione della forma e viceversa. Ad esempio, un’articolazione che perde di mobilità, nel tempo, andrà incontro a compressione, degenerazione dei tessuti, etc.
Viceversa, un’alterazione strutturale dell’articolazione, farà sì che i capi ossei non si muovano correttamente l’uno rispetto all’altro, provocando una ridotta mobilità.
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L’originalità del concetto osteopatico è di aver capito il fatto che la struttura influenza la funzione non solo localmente, ma anche a distanza. Ad esempio, in medicina, è infatti risaputo che una disfunzione o una discinesia biliare possono provocare un dolore a livello della spalla destra. Se questa discinesia non viene curata, il dolore alla spalla si può “cronicizzare” e divenire una pseudo periartrite scapolo-omerale, con manifestazioni dolorose di irrigidimento da auto-protezione. Ecco l’importanza, quindi di risalire alla causa del sintomo per potere beneficiare della cura nel tempo ed evitare, di conseguenza, altre disfunzioni concatenate.
La legge dell'arteria è suprema
Uno stato di salute ottimale, passa attraverso una buona circolazione dei liquidi corporei: i sistemi arterioso, venoso e linfatico devono adempiere alle loro funzioni di scambio ed impedire ogni accumulo di scorie.
Still sosteneva che il sangue è il mezzo di trasporto di tutti gli elementi che permettono e assicurano il mantenimento dell’omeostasi cellulare e quindi dello stato di salute. Di conseguenza ogni perturbazione del flusso sanguigno arterioso, con conseguente stasi ed ischemia nelle zone irrorate (sia in loco che a distanza), predispone il terreno all’instaurarsi della malattia. Il sistema nervoso autonomo gioca una parte cruciale nel controllare i fluidi del corpo.
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L’osteopata liberando le restrizioni di mobilità del tessuto connettivo ripristina un corretto fluire del sangue, della linfa, dei messaggi nervosi ed ormonali. Uno dei più conosciuti aforismi di Still cita: “Il ruolo dominante, o governo, dell’arteria deve essere assoluto, universale e non ostacolato, oppure ne conseguirà la malattia “.